IL TREDICI DICEMBRE, LA TRADIZIONE E SANTA LUCIA
IL TREDICI DICEMBRE
Ricollegandoci ad un messaggio universale del Verbo-Logos, il 13 Dicembre, ricorrenza liturgica cattolica di S. Lucia, ci è dato di “vedere con gli occhi nel piatto”, con gli occhi di Ain, le due Yod della “Fratellanza”, del vaso/piatto-keli’ di Samek, consacrato al sacerdozio per rendere eterna la vita, soccorrere i “ciechi, ottusi per fede, ed i bisognosi”. Quei due occhi sono “Porte”, attraverso cui si può avvicinare/arrivare l’intuizione superiore, che può illuminare “gl’intelletti sani”, i soli a saper scorgere la “dottrina che s’asconde sotto il velame de li versi strani”.
Non è casuale che questa festività, che precede il Sol invictus coincidente con la nascita del Bambino-Re Sole nella grotta, si celebri il 13 Dicembre, ossia “il Tredicesimo dei Dodici”, posto nel Centro cristico del Logos emanatore e stabilizzatore, al fine di poter cercare/trovare livelli superiori coscienziali, del Cerchio zodiacale dei 12 mesi ‘apostolari’ (all’ incirca di 30 giorni).
Questi ultimi sono Porte celesti, in analogia alla 12ma lettera sacra, la Lamed, di valore numerico 30, la “Torre che vola per aria”, come Aquila della notte sulla scala invisibile delle anime in salita ed in discesa. Al “rito dell’ Apostolare”, con l’ accensione di 12 candele davanti a ciascun apostolo, ricorrono coppie senza figli, donne che non riescono ad avere bambini o che
cercano protezione per la loro gravidanza. Viene promesso di dare al futuro nascituro, come primo o secondo nome, quello dell’Apostolo davanti al quale si è spenta l’ultima candela.
Per simbologia analogica e sincrona al Tredicesimo, Centro promotore ‘fisso e stabile’, alla giovane Lucia, rea della propria fede in Cristo, veniva data, dall’ energia cosmica dei suoi Se’ multidimensionali, uno “stato di roccia immobile”, non soggetta ad alcuna variazione di spostamento, neanche ad opera dei buoi e del fuoco. Nell’ impossibilità di prostibolarla, verrà decapitata.
E non poteva che essere decapitata, perché ormai munita di un’altra Testa invisibile di Intelletto superiore, pomo del Tetragramma-Spada, che aveva ritrovato nell’ Eterno “la suprema confidenza dell’ Amore, la confidenza della vita che sfida la morte, che cambia la debolezza in forza, la sconfitta in vittoria”. La sua purezza e l’ autocoscienza di se stessa, con il massimo controllo raggiunto sul suo corpo, organo dell’ anima, avevano aperto le porte del V chakra della gola e messo in moto 16 petali rotanti di energia vibrazionale kundalinica ascensionale, diretta verso la ghiandola pituitaria. Ivi, una volta liberatasi dalla prigionia illusoria e polare del mondo terreno e spalancate le porte del VI chakra, 96 petali del segreto e dell” amore di YHVH erano entrati in rotazione vorticosa, e Lucia aveva ricevuto la visione spirituale ed il suono interiore con la percezione conscia del proprio essere Se’ multidimensionale, “Altezza vertiginosa che si rispecchia nel profondo, Profondo che nell’ altezza si esalta”.
“Ecco, Dio è la mia salvezza, io avrò fiducia,
non avrò timore, perché mia forza e mio canto è l’ Eterno”
Fluivano in lei scintille di Luce di verità e di conoscenza, che percorrevano il III ventricolo fino al Terzo Occhio talamico di HORUS della visione interiore ed alla ghiandola pineale, VII chakra, in risonanza ed assonanza con le cellule foto-recettrici pineali della Luce cosmica sovracoscienzialie. Il “Cuore Alto” le veniva aperto e da ogni catena dolorosa e croce sacrificale veniva liberata e risanata. Nel Vuoto , non più coscienza, ormai esisteva solo il suo Essere immerso nella Luce Infinita.
“Egli è stato la mia salvezza!….
canta ed esulta tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te il Santo di Israele”
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Che Luce sia! Luce che fu, che è e che sarà, per l’ Eterno!